YET Magazine - © Swiss Design Awards Journal
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09 May 2018

YET Magazine

Nel corso degli ultimi cinque anni, la pubblicazione annuale YET magazine ha stabilito una posizione unica nel panorama delle riviste culturali svizzere, presentando la fotografia contemporanea attraverso un approccio critico e un design eccezionale. Notizie e storie vengono promosse su una base settimanale nella sua piattaforma online. Fondata da Nicolas Polli e Salvatore Vitale, Yet magazine crea collegamenti con artisti internazionali e professionisti, e promuove la fotografia in Svizzera con particolare attenzione alle giovani generazioni.
Nel 2017, YET magazine ha partecipato ad eventi come Impresionante a Santiago de Chile, la LA Art Book Fair di Los Angeles, a conferenze e laboratori: Chobi Mela Festival a Dhaka in Bangladesh, T14 Contemporary a Milano, Les Rencontres D’Arles a Arles e il Presence Festival a San Pietroburgo. Polli e Salvatore hanno partecipato di giurie d’esperti per Plat(tform) al Fotomuseum di Winterthur e al Deutsche Börse Photography Award a Londra.

La loro linea editoriale viene definita dalla ferma convinzione che il lavoro di un fotografo dev’essere presentato così com’è”. Ne consegue che tutti i progetti fotografici vengono pubblicati senza inserti grafici o testuali, e che le immagini non vengono tagliate né modificate. Sin dall’inizio, YET magazine non ha mai presentato pubblicità in modo da mantenere una certa libertà nella produzione contenutistica, e anzitutto un punto di vista critico sulla fotografia. Ogni numero è dedicato ad un argomento discusso in dibattiti sulla fotografia contemporanea, come Documentary Photography Today, Edges, Control, Teaching Photography.

Polli e Vitale lavorano ambedue come fotografi e partecipano attivamente al discorso contemporaneo attraverso laboratori, conferenze [i don’t see how you can substantiate a difference between talks and lectures. same things, kind of] e progetti curatoriali. Polli ha vinto il premio HES-SO per il suo progetto Ferox the Forgotten Archives nel 2016, progetto che fu selezionato nel 2017 per il premio Images Vevey Book Award, il Unseen Dummy Book Award e il Luma Foundation Dummy Book Award. Vitale ha vinto il PH Museum Award nel 2017 ed è stato nominato per la Magnum Foundation Fund.

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Potreste descrivere il vostro approccio del design o la vostra metodologia?
YET nasce come proposta alternativa nel mondo dei magazine di fotografia. 5 anni fa, quando abbiamo cominciato a riflettere sulla possibilità di creare una rivista, ci siamo trovati confrontati con realtà che utilizzavano le immagini dei vari fotografi a supporto dei propri contenuti, spesso andando ad alterare le immagini fotografiche stesse, attraverso l’uso di ritagli e sovrapposizione di altri elementi. In alternativa, abbiamo adottato un approccio concettuale tale per cui si riuscisse a mettere in risalto il contenuto fotografico senza alternarne la natura. YET è un magazine di fotografia creato da fotografi che sviluppa e ricerca ad ogni numero diverse tematiche legate alla fotografia contemporanea. Grazie a un esteso lavoro di ricerca e alla collaborazione con diverse realtà e professionisti, si indaga in profondità ciò che oggi rappresentano lo sviluppo e i possibili sviluppi legati all’immagine. Questo ci porta ad elaborare il contenuto partendo dall’intenzione di veicolare il dibattito, posizionarsi come una piattaforma che genera interrogativi ai quali prova a dare risposta attraverso le opinioni degli artisti stessi e degli esperti che di volta in volta collaborano con noi. Questo approccio ci ha permesso negli anni di porci come ponte fra la scena Svizzera e quella internazionale e, allo stesso tempo, presentare e valorizzare artisti provenienti da molti Paesi.

A livello di design, la struttura è pensata in modo da essere un supporto alle immagini fotografiche e il tema elaborato in ogni singolo numero. Le pagine diventano quindi degli spazi espositivi con l’obbiettivo di dare visibilità ad ogni progetto discutendo con i diversi fotografi le varie scelte di editing, layout e concettualizzazione. 

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Hanno avuto un impatto sul vostro lavoro i recenti cambiamenti nella tecnologia? In quale maniera?
YET magazine nasce come prodotto digitale, sviluppandosi sul cartaceo solo in un secondo momento. Da sempre l’impatto della tecnologia è stato un fattore di interesse, sia nel modo in cui veicoliamo le informazioni sia per le tematiche affrontate nel corso degli anni. 

YET ad oggi è una piattaforma che utilizza diversi canali per veicolare i propri contenuti, da una parte sviluppiamo magazine con approfondimenti sulle tematiche scelte, dall’altra pubblichiamo contenuti sul web in maniera regolare, approfondendo le tematiche trattate sul magazine o creando contenuto ex novo. Oltre alla parte contenutistica, siamo molto attivi nello sviluppo di attività di curatela e legate all’insegnamento attraverso la collaborazione attiva con diverse istituzioni e festival.

Ovviamente il cambiamento tecnologico ha cambiato e continua a cambiare la percezione che abbiamo del nostro lavoro non solo a livello comunicativo, ma anche legato alla ricerca. Uno dei punti che abbiamo sempre toccato e che, ancora oggi, continuiamo ad analizzare, rappresenta proprio il cambiamento che la fotografia sta vivendo a livello tecnico, concettuale e strutturale. Negli anni abbiamo lavorato su tematiche come il futuro della fotografia documentaristica”, i confini fra fotografia e arte”, i cambiamenti legati all’insegnamento della fotografia nel contesto contemporaneo” e il controllo e la sicurezza nel mondo dell’immagine” per citarne alcuni. 

Il prossimo tema a cui stiamo lavorando indaga il mondo dei festival di fotografia partendo da una riflessione sull’importanza che hanno in termini di promozione e mediazione e le possibilità che le piattaforme digitali rappresentano in termini di curatela e installazione. A tal proposito, grazie alla collaborazione con un interaction designer, stiamo sviluppando una piattaforma che possa rappresentare un case study, un lavoro di digital curating che possa favorire il dibattito e dare degli spunti per possibili sviluppi. A ciò seguiranno una serie di eventi e verrà presentato un numero di YET in grado di porsi come traccia visibile e duratura dell’attività svolta online, grazie a contenuti di approfondimento e alla creazione di un ponte fra digitale e cartaceo.

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Cosa vi ispira? Potreste descrivere un evento che vi ha ispirati di recente?
Il team di YET è composto da persone provenienti da luoghi diversi e con interessi legati alla fotografia diversi fra loro. durante la fase di ideazione/​concettualizzazione di un nuovo numero, le differenze giocano un ruolo chiave nella creazione di un dialogo che permette di sviluppare un’analisi approfondita ed eterogenea. Questo modus operandi ci distingue sin dal primo numero, creando una rete di collaboratori che di volta in volta hanno lavorato insieme a noi nella realizzazione di ogni edizione. 

Inoltre, la presenza sul campo attraverso la partecipazione attiva a diversi eventi e manifestazioni, ci permette di individuare le tematiche da sviluppare di volta in volta. Un continuo e aperto dialogo con i vari attori che fanno parte del contesto fotografico, ci fornisce punti di vista diversi e opportunità di crescita costanti. Il coinvolgimento a festival di fotografia, sia come esperti (conferenze, portfolio reviews, giurie e workshops) che come artisti, ci ha permesso di comprendere l’importanza che ha la partecipazione.

Proprio per questi motivi non siamo in grado di evidenziare un evento in particolare, ogni membro di YET potrebbe suggerirne uno o più proprio perché ognuno di noi ha interessi diversi che, insieme, fondano i punti di forza del lavoro che poi sviluppiamo.

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